martedì 27 marzo 2012

Mambo

I suoi fianchi si muovevano ondeggianti. Compivano una danza che catturava gli occhi, li ipnotizzava. Trasportavano in una terra soleggiata, baciata dal mare; ti ritrovavi di colpo sotto un pergolato siciliano a cercare il fresco in una calda giornata d'estate. E Quei fianchi erano l'odore che saliva dal mare, i gerani rossi affacciati dai balconi, e la granita ghiacciata che sorseggiavi. Erano generosi, materni, amorosi. E danzavano ad ogni suo passo. Entrata nel locale tutto si era come fermato, la musica era cessata, le parole erano rimaste sospese, le risate spezzate sui visi. Solo il sordo tocco di ogni suo passo ricordava alla mente che il tempo continuava a scorrere.
La vita sottile.
Il vestito che tratteneva a stento la prorompente dolcezza del suo seno.
Si avvicinò a me, puntò i suoi occhi nerissimi e profondi nei miei. Se solo avesse voluto, in quegli occhi avresti potuto trovare la risposta ad ogni perchè dell'universo. Un secondo. Due secondi e già sentivo di annegare in una mare nero di consolazione. Al terzo secondo un sorriso accecante proruppe dalle porte del paradiso.
"Mi stavi aspettando?"


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