giovedì 8 novembre 2012

Sorriso



La pioggia bagnava la finestra. Piangeva le lacrime che lei non aveva il coraggio di versare. Uno strano silenzio sorrideva e sussurrava in quella casa ormai vuota.
 Fissava attonita la mezza carota sul tavolino.
Allo stesso modo, nella gabbietta, la coniglietta fissava l’altra metà.
Stessa cena, stesso sguardo.
In mano teneva una lettera, le ultime parole di sua madre.
Le avevano detto, quando iniziò a stare male, che si era presa solo un malanno. Ma quel malanno l’aveva uccisa, lentamente, inesorabilmente.
Il funerale era appena finito. Qualcuno le era passato accanto e con un buffetto sulla spalla le aveva detto "Coraggio". Si stupì. Il ricordo della sensazione del coraggio si stava affievolendo. Si provò a lottare, a recuperare un pensiero felice. Ma non riusciva a sentire niente. Sua madre era morta e lei non sentiva niente. Forse era quello il Dolore, il dolore con la D maiuscola. Il Dolore annulla tutti gli altri sensi, tutte le altre emozioni. Il Dolore annulla tutto. Come se una voragine le si fosse improvvisamente aperta all'interno risucchiandola, e in quella voragine non c'era niente. Come in una vasca di privazione sensoriale, solo che la voragine ti privava anche dei pensieri.
Con le dita tremanti e gli occhi voraci si apprestò a spiegare quel pezzettino di carta con sopra il suo nome.
“Sorridi sempre, anche quando bruci, anche quando sanguini, anche quando piangi.
Sorridi sempre.
Sii una donna forte, sii una donna che sorride. Respira il mondo e respingilo.
Sappi che un sorriso è l'arma più pericolosa e potente che esista: un sorriso disarma.”
Era quella sua madre.
In quelle poche e semplici parole, c’era tutta sua madre. Gli occhi marroni, come di legno che sapeva d’antico, i capelli ribelli sempre costretti in un elastico che sembravano seta, il sorriso freddo e gentile. Potente.
Fuori non pioveva quasi più, solo qualche plic plic sulla tettoia di latta.
Una lacrima le scese lungo il viso e incontrò, baciandolo, un sorriso.
Il primo di una infinita serie.

lunedì 5 novembre 2012

Chopin

Le mie lacrime sono
in anticipo, le mie
risa in ritardo. Io
son bloccata nel mezzo.
Ama le mie macerie.
E suonami uno Chopin.