giovedì 28 luglio 2011

Anche tu hai preferito la mia mancanza. Perchè avermi, forse, ti costava fatica.

mercoledì 20 luglio 2011

Fuori

Adesso sono pulita da te.
Adesso che il sangue è scivolato via come una dolce tragedia, adesso, oltre che le ferite sui polsi, si potranno rimarginare anche quelle al cuore.
Adesso non scorri più nelle mie vene.

venerdì 15 luglio 2011

Pozzo

"Lo dico per te, perchè voglio aiutarti".
Lo guardò dritto negli occhi, in quegli occhi caldi che le erano sempre stati vicino. In quegli occhi aveva riposto così tante speranze, in quegli occhi si era vista ridere e piangere, in quegli occhi aveva conosciuto un briciolo di serenità. Ora si rivedeva spaventata.
"Non mi toccare".
"Non ti sto toccando, ti sto solo vicino." disse lui, guardandola stupito.

Lo sentiva risalire, attraverso le viscere. I suoi artigli bucavano, i suoi denti straziavano, le sue urla dilaniavano. Risalì in cima alla bocca. Eccolo di nuovo, il Mostro. Eccolo riproporsi, imporre la sua autorità. La sua legge.
Non c'erano più gli occhi caldi, ora erano pozzi profondi di cupidigia. Non sentiva ciò che lui le diceva, sentiva solo il Mostro che si nutriva della sua paura. Paura di un uomo che amava ma che non riconosceva.
"Lasciami per favore...lasciami...ti prego"
Non importava che lui non la stesse toccando. Lei era di nuovo lì, su quello squallido divano. Il peso sul petto era lo stesso di allora, la frustrante incapacità di non riuscire a far altro che mormorare basta. Ricordava finanche l'odore di quella sera, ricordava il copridivano con stampe fiorate su tessuto rosa di scarsa qualità, il pavimento di gres grigio decorato dalle macchie di sangue, il suo sangue, il sangue della violenza.
Il Mostro era euforico, urlava dal piacere del ricordo per poter diventare più grande.
Quegli occhi erano ancora neri per lei, anzichè di liquido cioccolato.
"Ora io entrerò in bagno e chiuderò la porta e tu sparirai da qui."
"No aspetta! Lascia che ti parli, che ti dica solo una cosa..."

Non lo sentiva. Il Mostro gridava troppo forte. Si girò lentamente ed entrò in bagno, richiudendo la porta a chiave dietro di sè. Alzò la tavoletta del water e si infilò due dita in gola. Vomitava nero. Il Mostro aveva perso potenza, ma le chiedeva ancora un sacrificio per tornare a rintanarsi.
Sì sciacquò la bocca ed aprì l'armadietto. Era lì come sempre. Tenendola fra due dita si incise lievemente la pelle, il tanto che bastava affinchè si rimarginasse in fretta. Il dolore fisico la distolse per un attimo da quello dell'anima. Il sangue iniziò a fluire, dapprima nero, come il vomito, poi via via sempre più chiaro, fino al rosso.
Il mostro aveva avuto il suo sacrificio anche questa volta. Era finita.

Uscì dal bagno e si affacciò ad una delle finestre. Lo vide andare via, ingobbito sotto un peso invisibile.
"Addio" pensò.

mercoledì 6 luglio 2011

Sospesa

Come foglia che Aliseo culla,
Come sogno che Morfeo regala,
Come colore che nel buio gioca,
Come polvere che
nella luce agonizza .
Questo mi appaio.
Fermo immagine di emozioni.
Come seta che il Ragno tesse.
Raccogli il mio filo, Teseo,
E abbandonami alla tua finestra.