Siamo una notte buia.
Chi vive di giorno
non riesce a vedere
le nostre stelle brillare.
mercoledì 9 gennaio 2013
lunedì 7 gennaio 2013
Arcobaleno
Si
chiamava Arcobaleno, ma a dispetto del proprio nome, non si sentiva colorata.
Forse un tempo sì: in una fase della sua vita si era sentita una eterna bambina
ammantata di rosa, con l’indaco tra i capelli, il rosso nel cuore e seduta su
un tappeto di verde. Ma adesso il colore predonminante era il grigio.
“La vita
fa schifo” pensò.
Vagava
per la grande biblioteca sfiorando i libri con le dita leggere. Erano stati
ottimi amici fin dall’infanzia, con loro aveva imparato cosa fosse l’avventura,
cos’era l’amore, il dolore, la perdita, aveva amato i grandi filosofi e si era
innamorata di Anna insieme a Vronskij.
Pensò
che avrebbe voluto vivere per sempre in uno di quei grandi romanzi, o esser
ritratta in un quadro, immobile, sicura ed ammirata per sempre.
Invece
si sentiva inutile, insignificante, insoddisfatta di sé. Triste.
Un
Arcobaleno triste.
In fondo
all’immensa sala, nell’angolino più appartato e silenzioso, una ragazzina
leggeva piangendo e mordendosi le unghie. Catturò subito l’attenzione di
Arcobaleno, che le si sedetto accanto.
“Perché
piangi? E’ un libro così bello quello che stai leggendo.”
La
ragazzina la fissò per un secondo, con uno sguardo spaventato misto ad
agitazione ed imbarazzo, poi abbassò il viso e scelse di non rispondere.
“Non c’è
bisogno che ti imbarazzi.” ,sorrise.
“Mi
sento stupida. Ma vedi, ho letto un passo che mi ha ricordato tanto mio padre,
era come se fosse qui con me, dentro al libro. Poi mi sono accorta che era solo
fantasia e…” tirò su col naso.
Un fiume
incontrollabile di emozioni sgorgò dalle parole di Arcobaleno.
Avrebbe
voluto raccontarle ogni cosa, che ogni emozione che provocata da un libro è
sacrosanta, avrebbe voluto consolarla e ripeterle che non doveva aver paura di
mostrare le proprie debolezze. Avrebbe voluto colorarla.
Una
risatina la interruppe.
La
ragazzina con un sorrisetto semi nascosto dall’enorme collo del maglione le
disse: “Sei buffa.”
Un
profondo arancione le scoppiò nel cuore, alla vista di quel sorriso.
“E’ come
se fossi passata dal bianco e nero al technicolor tutt’a un tratto”.
Forse non è tutto grigio. Forse
non sono poi così inutile. Forse il mio scopo è regalare un sorriso alla gente.
Era
tornata Arcobaleno.
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