lunedì 7 novembre 2011

Stasi.

Si prese la testa tra le mani. I neri capelli le scivolarono lungo il viso. Il senso di sconforto ed impotenza la rendevano sgomenta e spaventata.
"Perchè?" pensò.
Aveva sofferto molto nella vita, aveva affrontato prove ben più dure, era allenata al dolore. Ma quello... quello non sapeva proprio come affrontarlo. La sua mente la stava abbandonando.
Un pensiero le passò per un secondo in testa. "Diventare pazza". Scosse il capo come a toglierselo di torno, ma l'angoscia che aveva portato con sè, restava. Alzò gli occhi ed incrociò quelli di lui.
"Come fai a non ricordare le cose belle che abbiam vissuto insieme!". Il tono era d'accusa, e nemmeno molto velato. Non ricordava, non ricordava particolari, non ricordava conversazioni, non ricordava sensazioni. Proprio lei. Proprio lei che si era sempre considerata una sorta di archivio. La sua mente la stava abbandonando.
"Io... io non lo so".
Se non poteva contare più sulla propria testa, cosa le restava? Mentalmente provò a fare una operazione matematica, calcolare il tempo di reazione. 243x27. Non riusciva, non riusciva. Tempo di reazione infinito.
Tutta la consapevolezza della tragedia la avvolse e la sommerse.
Si era persa.