mercoledì 29 giugno 2011

Un blu.

"Ahah Sono tutte cazzate"
Io questo lo meno. Un jeb diritto sul naso. Anche se è 20 centimetri più alto di me, lo meno lo stesso.
"Cioè tu vuoi davvero farmi credere che parli con i morti? Ahah"
Perchè solo sul naso? Gancio e montante. Uno sul naso e uno sulla mandibola. Gli voleranno due denti di sicuro. Facciamole valere ste lezioni di thai boxe.
"Io non son qui per far credere niente a nessuno. Così è. Se ti sta bene, altrimenti io vivo lo stesso."
Idiota di un ragazzino. Quanti anni potrà avere? 20 o forse 21.
"Ehy Lady, non ti scaldare. Dico solo che non è credibile. Qualsiasi persona sana di mente lo capirebbe. Devi avere qualche problema. Ahah"
Un calcio nella palle. Ecco cosa ti ci vuole. Non è soddisfacente come prenderti a pugni, ma ti leverà il ghigno dalla faccia.
"Uh signorina, che espressione sdegnata. Scommetto che in quella testolina mi stai dando del coglione"
"In realtà conto sulla tua consapevolezza. Ma non sono qui per dirti ciò che sei o non sei. Ho un messaggio per te."
"Ahah e da chi? Da ET?"
Ignorante.
"ET era un alieno, e a meno che quel ragazzo che ti sta vicino non sia figlio di un antico popolo di rettiliani venuti sulla Terra, no, non è da parte di ET"
Guarda guarda adesso hai smesso di ridere, eh?
"Tanto non ci credo. Adesso tirerai fuori la solita storia dell'amico morto in un incidente che vuole dirmi che sta bene e di non preoccuparmi per lui. Il trucco più vecchio del mondo"
"Prego?"
"Ma sì ma sì. Al giorno d'oggi tutti abbiamo avuto un amico o un parente morto per un incidente. Lo conosciamo tutti uno morto così. Non mi incanti bella Lady. Anzi fai una cosa, descrivimelo và"
Levati quel sorriso ebete dal viso.
Perchè devono capitare tutti a me. 
"Come preferisci. E' alto quasi quanto te, forse un po' di meno. Ha un pantalone nero fino a tre quarti, con molte tasche, delle converse blu ai piedi, una felpa grigia col cappuccio con scritto CUBA in rosso. Porta i capelli molto corti, rasati, ed un orecchino sul padiglione. Ha un tatuaggio su una tempia, come fossero punti di sutura."
Bingo.
"Dice che è morto per la leucemia. Niente incidente, niente ET"
"Cazzo."
Eh già, benvenuto nel mio mondo baby.
"Christian. Come hai fatto? Come sai di lui? Chi diamine sei tu?"
Reazione comune: chi sei, cosa vuoi, prendi i soldi e fallo andare via.
Però questo ragazzo è diverso, il mio istinto non sbaglia mai. Questo ragazzo è blu.
"Te l'ho detto. Posso vedere i defunti e parlare con loro."
"Tu sei malata, sei una pazza scatenata. Io me ne vado"
"Aspetta"
Il contatto con il suo braccio è caldo. Gli ho toccato un braccio? Io? Ho sfiorato volontariamente la pelle di questo ragazzo. E' impossibile! Cos'ha di diverso? Cosa mi sta succedendo?
"Ha una cosa da dirti. Quello che hai cercato così tanto e che credevi fosse andato perduto è solo abbandonato. Dentro i tuoi vecchi jeans strappati al ginocchio per quella caduta in bici, nel quarto cassetto della cassettiera in corridoio. C'è un ulteriore messaggio in quei jeans per te. A me non è concesso sapere di cosa si tratta."
I tuoi occhi sono grandi ora, liquidi. Marroni o verdi non riesco a distinguere bene mentre mi guardi così. Non guardarmi così intensamente. Smetti. Tengo ancora la mia mano sul tuo braccio. Ma perchè non riesco a staccarmene, il contatto dovrebbe repellermi. Eppure..
"Grazie"
"Di nulla. Ora posso andare. Ciao"
Devo andarmene. Girati e vattene. Girati e Vattene. Ecco così, brava. Un passo dopo l'altro.
"Ehy Lady"
"Sì?"
"Ti va un gelato?"
Va' via. Questo ragazzo è un blu. Vattene.
"Sì."

domenica 26 giugno 2011

Stringimi madre
ho molto peccato
ma la vita è un suicidio
l'amore è un rogo
e voglio un pensiero superficiale
che renda la pelle splendida

senza un finale che faccia male
coi cuori sporchi
e le mani lavate
a salvarmi
vieni a salvarmi
salvami
bacia il colpevole
se dice la verita.

Passo le notti
nero e cristallo
a sceglier le carte
che giocherei
a maledire certe domande
che forse era meglio
non farsi mai

e voglio un pensiero superficiale
che renda la pelle splendida
a salvarmi
vieni a salvarmi
salvami
bacia il colpevole
se dice la verità.

giovedì 23 giugno 2011

Buio

Si svegliò in quello stato di intorpidimento ormai familiare. Era ancora buio. La sveglia ticchettava allegramente le 10 e 30 del mattino, eppure era buio. A fatica si alzò dal letto, "Ora arriva la vertigine", pensò; puntualmente venne a salutarla. Si avvicinò alla finestra e l'aprì. Era pieno giorno, il mondo si muoveva frenetico nella sua indefferenza verso se stesso. Eppure era buio. No, non era buio fuori, era buio dentro.
Pensò di non ricordare più com'era quando alzarsi al mattino voleva dire luce, com'era non avere quel peso, com'era stare bene. Riflessa nel vetro della finestra una stanca ragazza le rimandava il suo stesso sguardo.
"Stupida".
I morsi della fame si confondevano con quelli del dolore. No, non avrebbe mangiato nemmeno oggi. Pallida illusione di tenere a bada il mostro. Riusciva a vedere attorno alle sue mani, alla sua pelle il sottile strato di schifo che si portava addosso da anni.
Ripensò alle parole di lui, dette la sera prima: "Perchè non vuoi parlarne con me? Non tenermi fuori."
Come si spiega il buio, il vuoto, il marcio? Come si spiega l'odore di anima morta?
"Non è che voglia tenerti fuori, è che non voglio entrare io."
Si riscosse. Accese il portatile nella speranza di trovare qualcuno o qualcosa che la facesse ridere per un po'.
Un'altra giornata d'eclissi aveva inizio.

mercoledì 22 giugno 2011

Eterni attimi d'incertezza
leggo sul tuo viso.
Dubbi che colorano i tuoi occhi,
labbra distrutte dal voler parlare
e non volere.
Dita che solcano le tue paure.
Tormento. Dilemma.
Rosea rassegnazione del sè.
Specchio.

L'Oracolo

Era bella. O almeno così le dicevano in molti. Non credeva di esserlo affatto, credeva di essere carina sì, a tratti piacevole, ma non bella, proprio no. Eppure continuavano a ripeterle che era bella.
"Deve esserci qualcosa di più." pensò.

"Certo che c'è".

Si girò di scatto: un ragazzo era lì, in piedi, nella sua camera. Poteva avere si e no, vent'anni, ma aveva qualcosa di diverso, qualcosa di bello e terrificante allo stesso tempo. Emanava bianco e potenza.

"E lo sai anche tu".

Certo che lo sapeva, sapeva molte cose ma non sapeva come faceva a saperle.

"Perchè lo so?" chiese.

"Perchè sei l'Oracolo."
Al sentire quella parola, improvvisamente, immagini, suoni, odori, frammenti di vite vissute le ritornarono in mente. India, Egitto, Cina, Europa. Forse ricordi.

"Tu sei nata per questo. Sei nata per trovarli, per riunire i Cinque e formare l'Uno. La tua Anima antica fu forgiata per servire la loro, per portare il fardello del Sapere senza Sapere. Essi verranno a te e tu li sentirai, indicherai loro il cammino e, anche questa volta, ti dissolverai."

Abbassò gli occhi, era difficile guardarlo.

"Sta arrivando, vero? La guerra intendo"

Il ragazzo sorrise e sparì, nel nulla, così come era arrivato. Si stupì di non essere spaventata nè incredula, si stupì di non avere alcun dubbio; era tutto vero, dalla prima all'ultima parola. Ecco svelato il mistero, ecco perchè aveva sempre avuto quei flash del futuro e di molti passati. Era l'Oracolo.
Si avvicinò di nuovo alla finestra. La pioggia rigava il vetro come lacrime.
"E' tempo."