Chi dice che ci sia un modo giusto per vivere la tristezza?
Chi dice che il modo giusto non sia il tuo? O il mio.
E se il dolore, il dolore vero, fosse il restare sospesi a metà tra il viverlo ed il dimenticarlo? Il lasciarlo sempre lì, in attesa, vivere emozioni diverse nel mentre: ridere, sorridere, emozionarsi, stupirsi e poi tornare ad essere superficialmente tristi. Perchè la tristezza è sempre lì. Perchè si vive di più e più a lungo non affrontandola a pieno,ma centellinandola. Perchè sia duratura ed intensa a suo modo. Perchè forse viverla fino in fondo significa quasi non viverla, superarla tutta d'un fiato.
E se fosse questa la vera tristezza?
E la felicità. Prova a pensare alla felicità: te la ricordi?
La felicità è l'attesa di essa ed il ricordo; il momento preciso in cui sei felice, è così effimero che te ne accorgi solo quando non lo sei più.
Chi dice che il modo giusto non sia il tuo? O il mio.
E se il dolore, il dolore vero, fosse il restare sospesi a metà tra il viverlo ed il dimenticarlo? Il lasciarlo sempre lì, in attesa, vivere emozioni diverse nel mentre: ridere, sorridere, emozionarsi, stupirsi e poi tornare ad essere superficialmente tristi. Perchè la tristezza è sempre lì. Perchè si vive di più e più a lungo non affrontandola a pieno,ma centellinandola. Perchè sia duratura ed intensa a suo modo. Perchè forse viverla fino in fondo significa quasi non viverla, superarla tutta d'un fiato.
E se fosse questa la vera tristezza?
E la felicità. Prova a pensare alla felicità: te la ricordi?
La felicità è l'attesa di essa ed il ricordo; il momento preciso in cui sei felice, è così effimero che te ne accorgi solo quando non lo sei più.